Il municipio di Ocriculum divenne presto un nodo strategico tra le vie di comunicazione che portavano all’Urbe e un fiorente centro commerciale dell’antichità: sia per via della Flaminia di cui costituiva una sosta importante nel lungo collegamento tra Roma e Ariminum (Rimini), sia soprattutto per via dell’approdo sul Tevere, noto come “porto dell’Olio” – così chiamato per il più importante prodotto del territorio e dell’alta Sabina, che imbarcato sul Tevere era portato a Roma insieme ad altri generi come il vino, il grano e la legna – che rappresentava uno dei principali porti fluviali tiberni.
OCRICULUM, IL PORTO DELL’OLIO E IL COMMERCIO FLUVIALE ANTICO

LE FABBRICHE DI OCRICULUM, I TAVOLI SUL COMMERCIO, LA LAVORAZIONE DELL’OLIO E I MAGAZZINI
Lo stretto rapporto che intercorre tra il Tevere e quella che fu l’economia del territorio è sottolineato dalla localizzazione presso il fiume dell’officina di Caio Popilio che produceva splendide coppe in terra rossa, solo eccezionalmente dipinte in nero, di forma emisferica decorate a rilievo, richiestissime nei territori (e rinvenute) nei territori etruschi a nord di Roma: sui vasi (ora nei musei di Tarquinia e Boston) il marchio C. Popil(ius) Ocriclo.
In piena età imperiale si svilupparono anche le fabbriche di mattoni e tegole (figlinae ocricolanae).
Infine, a testimonianza dell’importanza del Porto è un peso in marmo della fine del IV sec. d.C. che indica l’attività di controllo dei carichi di legna che menziona il personaggio ocricolano Aurelio Urbanus (o Urbicus) che possedeva il peso lignario di Ocriculum e svolgeva l’attività di pensor lignarius.

Con l’intenzione di far rivivere la colorata (e rumorosa) vita del Porto dell’Olio, l’evento ricostruisce una parte del porto fluviale con due imbarcazioni, l’approdo e scene di vita marinara: tra scarico di merci, pesca e il rito dei Ludi Piscatorii (si veda il Programma per gli orari dei ludi).
Inoltre, nella piazza del Porto è possibile trovare: i magazzini del Collegio dei Naviculari, la Popina “ad Portum Olei” dove gustare i cibi freddi dell’antica Roma e tanti banchi didattici (all’interno del progetto ANTICAE VIAE a cura delle Associazioni: Suodales e Sardinia Romana), quali:
- Il banco della navigazione e del commercio fluviale
- Il tavolo del mercante
- Il tavolo della scrittura antica
- Il tavolo della fabrica del garum, la salsa tanto amata dai romani
- Gli horrea oleari – i magazzini dell’olio e la sala dove veniva lavorato col trapetum


